"Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma."
Il quarto diritto fondamentale vieta ogni forma di schiavitù ed è strettamente legato al primo, che garantisce vita e libertà. Anche se può sembrare una questione legata al passato, la schiavitù è presente ancora oggi e la Mauritania è un caso eclatante.
I DATI DI AMNESTY INTERNATIONAL
La Mauritania è una regione desertica nell’Africa occidentale, dove vivono 4 milioni di persone; circa 43 mila di loro sono in schiavitù.
La schiavitù è esercitata dal gruppo che detiene il potere. Ci sono diverse forme di schiavitù: quella domestica, cioè legata al lavoro non retribuito, la schiavitù dei minori, che oltre ad essere costretti a separarsi dal nucleo familiare d’origine, vengono violati sessualmente, maltrattati sin dalla nascita, abusati e utilizzati come schiavi per discendenza, essendo figli di schiavi.
Vengono discriminate soprattutto la comunità haratin e le comunità afro-mauritane, i cui membri raramente accedono a posizioni di vertice e subiscono ostacoli nella registrazione all’anagrafe, ciò che limita tra l’altro l’accesso a servizi essenziali.
La polizia, la magistratura e i giudici non intervengono in modo efficace sulle denunce di sfruttamento, non identificano le vittime né puniscono i presunti responsabili, anzi il governo continua a negare l’esistenza della schiavitù, quando nel paese ci sono migliaia di schiavi. Esso vieta lo svolgimento di manifestazioni pacifiche, utilizza forza eccessiva contro i dimostranti, mette fuorilegge gruppi di attivisti e interferisce nelle loro attività per zittire i difensori e gli attivisti per i diritti umani che vogliono denunciare questa situazione drammatica.
Nel 1984, è stata scritta una convenzione contro la torture, ed altre pene o trattamenti crudeli ed degradanti; qui di seguito viene riportata la sua pubblicazione.
CONVENZIONE CONTRO LA TORTURA ED ALTRE PENE O TRATTAMENTI CRUDELI, INUMANI E DEGRADANTI (1984)
www.unhcr.it/wp-content/uploads/2016/01/Convenzione_contro_la_Tortura.pdf
I DATI DI AMNESTY INTERNATIONAL
La Mauritania è una regione desertica nell’Africa occidentale, dove vivono 4 milioni di persone; circa 43 mila di loro sono in schiavitù.
La schiavitù è esercitata dal gruppo che detiene il potere. Ci sono diverse forme di schiavitù: quella domestica, cioè legata al lavoro non retribuito, la schiavitù dei minori, che oltre ad essere costretti a separarsi dal nucleo familiare d’origine, vengono violati sessualmente, maltrattati sin dalla nascita, abusati e utilizzati come schiavi per discendenza, essendo figli di schiavi.
Vengono discriminate soprattutto la comunità haratin e le comunità afro-mauritane, i cui membri raramente accedono a posizioni di vertice e subiscono ostacoli nella registrazione all’anagrafe, ciò che limita tra l’altro l’accesso a servizi essenziali.
La polizia, la magistratura e i giudici non intervengono in modo efficace sulle denunce di sfruttamento, non identificano le vittime né puniscono i presunti responsabili, anzi il governo continua a negare l’esistenza della schiavitù, quando nel paese ci sono migliaia di schiavi. Esso vieta lo svolgimento di manifestazioni pacifiche, utilizza forza eccessiva contro i dimostranti, mette fuorilegge gruppi di attivisti e interferisce nelle loro attività per zittire i difensori e gli attivisti per i diritti umani che vogliono denunciare questa situazione drammatica.
Nel 1984, è stata scritta una convenzione contro la torture, ed altre pene o trattamenti crudeli ed degradanti; qui di seguito viene riportata la sua pubblicazione.
CONVENZIONE CONTRO LA TORTURA ED ALTRE PENE O TRATTAMENTI CRUDELI, INUMANI E DEGRADANTI (1984)
www.unhcr.it/wp-content/uploads/2016/01/Convenzione_contro_la_Tortura.pdf