"1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità. 2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite".
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite".
Il penultimo articolo della Dichiarazione universale ricorda agli individui che ai loro diritti corrispondono altrettanti doveri, essi infatti risultano fondamentali quanto i diritti, e assieme contribuiscono a formare la responsabilità personale e sociale dell’individuo.
Tali doveri e limitazioni a libertà personali sono previsti in quanto diritti degli altri membri della comunità e il perseguimento di un bene comune per l’intera società; questo bene comune universale è indicato dai principi e fini delle nazioni unite, da perseguire all’interno delle strategie, fra loro interconnesse, di ‘sviluppo umano ’ e di ‘sicurezza umana’.
Bisogna dunque essere consapevoli di avere doveri verso gli altri e verso la comunità per poter tutelare i propri diritti, perché d’altronde, dove c'è un diritto c'è anche un dovere.
Per questo nel contesto dei diritti umani è difficile pretendere l’adempimento di doveri da parte di individui ai quali non sono riconosciuti diritti: un caso esemplare è quello degli immigrati regolarmente residenti in Italia, tenuti a lavorare e pagare le tasse, ma senza diritto di elettorato attivo e passivo.