"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità."
“In questo articolo della Dichiarazione Universale, il principio di non discriminazione è indicato come uno dei principi generali per il godimento dei diritti umani.
Le Nazione Unite hanno identificato alcuni specifici gruppi o categorie di persone che sono maggiormente vulnerabili ed esposti al rischio di discriminazione: donne, minori, persone con disabilità, lavoratori migranti. A ciascuna di queste categorie è dedicata una convenzione ad hoc, che normalmente persegue due scopi. Innanzitutto, tali convenzioni ribadiscono di volta in volta il principio di non-discriminazione rispetto al godimento di tutti i diritti umani per ogni categoria di persone individuata. In secondo luogo, tendono ad aggiungere una certa specificità ai diritti umani generalmente riconosciuti sulla base delle circostanze e delle condizioni proprie di questi gruppi.”1
Qui di seguito riportiamo i collegamenti alle più importanti Convenzioni internazionali legate alla non-discriminazione delle categorie maggiormente vulnerabili:
- Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (1965)
- Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (1979)
- Convenzione OIL sulla discriminazione in materia di lavoro e occupazione (C.111, 1958)
- Convenzione sui diritti dell'infanzia (1989)
- Convenzione dell’OIL sulle forme peggiori di lavoro minorile
- Convenzione Onu sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie (1990)
Queste Convenzioni sono esempi della necessità di ribadire quanto già affermato nel 1948 dai firmatari della Dichiarazione a distanza di venti, trenta, quarant’anni. Un’urgenza che sentiamo ancora oggi, dopo settant’anni, e che non si può risolvere nella semplice lettura di questi documenti, ma deve fruttare in un profondo impegno a rendere concreto ciò che forse diamo ancora troppo per scontato: l’uguaglianza di tutti gli individui.
1 “I diritti umani nel sistema delle Nazioni Unite: il diritto alla non-discriminazione” articolo di Andrea Cofelice, Centro Diritti Umani, Università degli studi di Padova