"Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni".
Questo diritto fondamentale è delicato, perchè tocca la sfera personale dell'individuo. È conosciuto anche come "diritto alla privacy", poichè delimita dettagliatamente i confini di essa che non possono essere superati.
L'articolo 12 nella società odierna assume un valore ancora più forte; grazie ai mass media e alle nuove modalità di comunicazione, infatti, corriamo il rischio di non essere più proprietari delle nostre informazioni. Nei casi più gravi, come quello di Ahmed Mansoor, si è condannati al carcere solo per le proprie idee e per un semplice blog.
I DATI DI AMNESTY
Ahmed Mansoor, difensore dei diritti umani e noto blogger, è stato arrestato il 20 marzo 2017 nella sua casa di ‘Ajman negli Emirati Arabi Uniti (UAE).
Intorno a mezzanotte, dodici agenti della sicurezza nazionale hanno fatto irruzione nella sua abitazione, perquisendola e confiscando i cellulari e gli altri dispositivi elettronici. Non è chiaro se avessero un mandato d’arresto. Al termine della perquisizione, durata tre ore, è stato condotto in una località sconosciuta senza che la famiglia sia stata informata.
Diverse ore dopo il suo arresto Emirates News Agency, l’agenzia di stampa governativa, ha rivelato che Ahmed Mansoor è stato arrestato su ordine del pubblico ministero per crimini informatici e detenuto in attesa di ulteriori indagini. In base alle rivelazioni stampa, le autorità lo hanno accusato di “usare i social media [tra cui Twitter e Facebook] per pubblicare informazioni false e fuorvianti a danno dell’unità nazionale, dell’armonia sociale e della reputazione del paese” e per “incitare all’odio e al settarismo”.
Il 29 maggio 2018, la Camera per la sicurezza dello Stato della Corte d’appello federale di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti (UAE), lo ha condannato a 10 anni di reclusione e a pagare una multa di 1.000.000 Dirham degli Emirati (circa 235.000 euro). Il tribunale ha inoltre ordinato di metterlo sotto sorveglianza per i tre anni successivi al suo rilascio.
Ahmed Mansoor è stato processato e condannato con l’accusa di “aver offeso lo status e il prestigio degli Emirati Arabi Uniti e dei suoi simboli, incluse le autorità”, “pubblicato false informazioni per danneggiare [la] reputazione degli Emirati Arabi all’estero” e “ritratto [gli] Emirati Arabi Uniti come una terra senza legge”. È stato anche accusato di “cooperare con un’organizzazione terroristica che opera fuori dal paese“, ma è stato assolto per questa accusa.
Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, il processo di Ahmed Mansoor è iniziato a marzo e la seconda udienza si è svolta l’11 aprile. Una terza udienza potrebbe aver avuto luogo il 9 maggio, ma non è stata confermata.
Il luogo di detenzione di Ahmed Mansoor rimane sconosciuto.
Secondo le informazioni di Amnesty International, Ahmed Mansoor è stato trattenuto in isolamento prolungato, che può rappresentare tortura o altri maltrattamenti.
L'articolo 12 nella società odierna assume un valore ancora più forte; grazie ai mass media e alle nuove modalità di comunicazione, infatti, corriamo il rischio di non essere più proprietari delle nostre informazioni. Nei casi più gravi, come quello di Ahmed Mansoor, si è condannati al carcere solo per le proprie idee e per un semplice blog.
I DATI DI AMNESTY
Ahmed Mansoor, difensore dei diritti umani e noto blogger, è stato arrestato il 20 marzo 2017 nella sua casa di ‘Ajman negli Emirati Arabi Uniti (UAE).
Intorno a mezzanotte, dodici agenti della sicurezza nazionale hanno fatto irruzione nella sua abitazione, perquisendola e confiscando i cellulari e gli altri dispositivi elettronici. Non è chiaro se avessero un mandato d’arresto. Al termine della perquisizione, durata tre ore, è stato condotto in una località sconosciuta senza che la famiglia sia stata informata.
Diverse ore dopo il suo arresto Emirates News Agency, l’agenzia di stampa governativa, ha rivelato che Ahmed Mansoor è stato arrestato su ordine del pubblico ministero per crimini informatici e detenuto in attesa di ulteriori indagini. In base alle rivelazioni stampa, le autorità lo hanno accusato di “usare i social media [tra cui Twitter e Facebook] per pubblicare informazioni false e fuorvianti a danno dell’unità nazionale, dell’armonia sociale e della reputazione del paese” e per “incitare all’odio e al settarismo”.
Il 29 maggio 2018, la Camera per la sicurezza dello Stato della Corte d’appello federale di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti (UAE), lo ha condannato a 10 anni di reclusione e a pagare una multa di 1.000.000 Dirham degli Emirati (circa 235.000 euro). Il tribunale ha inoltre ordinato di metterlo sotto sorveglianza per i tre anni successivi al suo rilascio.
Ahmed Mansoor è stato processato e condannato con l’accusa di “aver offeso lo status e il prestigio degli Emirati Arabi Uniti e dei suoi simboli, incluse le autorità”, “pubblicato false informazioni per danneggiare [la] reputazione degli Emirati Arabi all’estero” e “ritratto [gli] Emirati Arabi Uniti come una terra senza legge”. È stato anche accusato di “cooperare con un’organizzazione terroristica che opera fuori dal paese“, ma è stato assolto per questa accusa.
Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, il processo di Ahmed Mansoor è iniziato a marzo e la seconda udienza si è svolta l’11 aprile. Una terza udienza potrebbe aver avuto luogo il 9 maggio, ma non è stata confermata.
Il luogo di detenzione di Ahmed Mansoor rimane sconosciuto.
Secondo le informazioni di Amnesty International, Ahmed Mansoor è stato trattenuto in isolamento prolungato, che può rappresentare tortura o altri maltrattamenti.